Proposta di legge in materia di notificazione alle società irreperibili

Con la Proposta di legge n. 1032 “Modifica dell’articolo 145 del codice di procedura civile, concernente la notificazione degli atti alle persone giuridiche”, presentata il 22 maggio 2013, intendiamo superare l’impasse della mancata notificazione alle società irreperibili attraverso l’individuazione di un luogo certo cui può essere associata la persona giuridica di cui non è nota la sede e al contempo non sono indicati nell’atto i legali rappresentanti.

Mutuando quanto disposto dall’articolo 140 del codice di procedura civile (notifica a persona fisica irreperibile mediante deposito di copia dell’atto nella casa comunale, affissione dell’avviso di deposito alla porta dell’abitazione, dell’ufficio o dell’azienda del destinatario e invio della notizia tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento), la riformulazione dell’articolo 145 che qui si propone di introdurre prevede, al terzo comma, che l’ufficiale giudiziario depositi, per le persone giuridiche, la copia dell’atto presso la camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura (CCIA) dove la società risulta iscritta o, se cancellata, presso la sede della CCIA competente secondo l’ultima sede legale riconosciuta.

Nei casi di associazioni non riconosciute e dei comitati di cui agli articoli 36 e seguenti del codice civile, l’ufficiale giudiziario deposita la copia presso la prefettura – ufficio territoriale del Governo (UTG) competente rispetto alla sede indicata nell’articolo 19, secondo comma, del codice di procedura civile e affigge, altresì, avviso del deposito in busta chiusa e sigillata alla porta dell’ufficio o della sede, dandone notizia alla stessa prefettura – UTG tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento.

Il perfezionarsi della notificazione con il deposito presso la CCIA per le società e presso la prefettura – UTG per le associazioni non riconosciute e per i comitati – consente, dunque, di colmare le lacune dell’attuale articolo 145 del codice di procedura civile e di rimuovere gli ostacoli al regolare svolgimento del processo e alla tutela dei diritti dei cittadini e delle imprese.


Ripensiamo all’accorpamento dei tribunali abruzzesi

I deputati abruzzesi del Movimento 5 Stelle hanno chiesto (con interrogazione a risposta scritta n. 4-00515) al ministro della Giustizia di analizzare più attentamente le conseguenze negative, in termini di economicità ed efficienza del sistema giudiziario, generate dalla soppressione delle sedi distaccate dei tribunali di Avezzano e Sulmona disposta dai decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 2012 che, in attuazione della legge 148 del 2011, hanno rimodulato i confini delle circoscrizioni giudiziarie prevedendo la cancellazione a livello nazionale di 31 tribunali e altrettante procure nonché la soppressione di 220 sezioni distaccate.

In particolare, a partire dal 13 settembre 2015, le sedi di Sulmona ed Avezzano saranno accorpate al tribunale de L’Aquila che acquisirà così gli atti degli 11.350 procedimenti presenti ad Avezzano (8.303 civili e 3.047 penali) e dei 5.349 procedimenti pendenti presso il tribunale di Sulmona (3.464 civili e 1.885 penali).

Avezzano, con i suoi circa quarantamila abitanti, è il comune di riferimento dell’intero territorio della Marsica che conta circa centomila abitanti. Avezzano risulta essere il terzo tribunale d’Abruzzo, sia per il volume di attività sia per il numero di contenziosi pendenti. La sua importanza deriva anche dalla posizione geografica, dal momento che attraverso la Marsica fanno il loro ingresso in Abruzzo quanti provengono dal basso Lazio e dalla Campania, aree tradizionalmente critiche in termini di criminalità organizzata.

Per via della sua collocazione, la sezione distaccata di Sulmona permette invece ai comuni dell’Alto Sangro e dei più distanti territori dell’Abruzzo montano di accedere alle sedi giudiziarie. In quest’ottica il tribunale di Sulmona copre un’area di servizio molto vasta, di circa 7.000 chilometri quadrati, ed assicura una vantaggiosa contiguità territoriale tra struttura penitenziaria e giudiziaria, visto che all’interno della propria struttura penitenziaria è ubicato uno dei più grandi e importanti carceri del centro-sud.

I parlamentari abruzzesi hanno evidenziato che il tribunale di Sulmona ha peraltro avviato da tempo il cosiddetto «Processo telematico» ed è attualmente tra le realtà operative più virtuose da questo punto di vista. L’innovazione delle procedure ha infatti consentito di aumentare sensibilmente la quantità di atti (citazioni, ricorsi, memorie difensive, decreti, sentenze, e altro) trasmessi in via telematica attraverso il sistema certificato.

Non vi è dubbio che la soppressione delle sezioni distaccate di Avezzano e Sulmona porterebbe ad un aumento dei carichi di lavoro per i tribunali centrali, con conseguente allungamento della durata dei processi ed ulteriore aggravio di costi per la collettività.


Pescara: che fine ha fatto la “multa fantasma”?

Con un’interrogazione a risposta scritta (atto Camera dei Deputati n. 4-00363) abbiamo chiesto al Ministro dell’Interno di convocare il Questore Paolo Passamonti, affinché questi riferisca i motivi dell’inspiegabile sparizione della contravvenzione per divieto di sosta emessa a suo carico nel 2011 dalla Polizia municipale di Pescara.

L’8 dicembre di quell’anno, infatti, la vettura di proprietà del Questore, posteggiata nello spazio riservato alla fermata dell’autobus in una via del centro di Pescara, veniva rimossa e veniva trasportata presso il deposito della polizia municipale locale.

Successivamente, però, lo stesso questore veniva autorizzato a riprendere possesso dell’auto senza corrispondere alcun importo né a titolo di sanzione amministrativa né per le spese di rimozione e deposito del mezzo.

La vicenda ha inevitabilmente generato il sospetto di un ingiustificato privilegio a favore del Questore Passamonti, dato che i proprietari delle altre tre vetture rimosse quello stesso giorno nelle medesime circostanze hanno dovuto pagare non solo la multa, ma anche le spese accessorie previste.

A marzo 2013, l’indignazione per l’accaduto ha indotto i cittadini pescaresi a presentare un esposto-denuncia ai Carabinieri per censurare l’operato della Polizia municipale e del Questore.

In seguito alla presentazione dell’esposto il Sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, e l’assessore con delega alla Polizia municipale, Giovanni Santilli, hanno richiesto un chiarimento ufficiale al comandante dei vigili urbani, Colonnello Carlo Maggitti.

Detto chiarimento, ad oggi, non è stato ancora formalizzato e, mentre anche il questore Passamonti tace, le istituzioni sembrano essere inerti a dispetto dei diritti dei cittadini e del principio di uguaglianza costituzionalmente garantito.

Come se non bastasse, lo scorso 4 aprile la Procura della Repubblica di Pescara ha addirittura disposto la perquisizione dell’abitazione e dell’ufficio di Marco Patricelli, giornalista del quotidiano Il Tempo ed autore dell’inchiesta sulla «multa fantasma» di cui sopra. L’ipotesi di reato contestatogli è la violazione del segreto investigativo (articoli 114 e 329 del codice di procedura penale).

Tale iniziativa ci sembra assolutamente impropria, considerata la necessità di garantire adeguatamente la piena manifestazione della libertà di stampa, della libertà di espressione e del diritto di cronaca, imprescindibili baluardi della nostra democrazia e della lotta agli abusi di potere e alle prevaricazioni.


Golden Lady di Gissi: il Governo cosa fa?

Il 16 aprile ho depositato assieme agli altri deputati abruzzesi del Movimento 5 Stelle un’interrogazione parlamentare (atto n. 4-00240) a sostegno dei lavoratori della ex Golden Lady di Gissi (Chieti), rimasti senza lavoro dalla fine del 2011 quando l’azienda ha deciso di trasferire il proprio stabilimento produttivo in Serbia. In particolare, abbiamo chiesto al Governo se intende modificare la legge di stabilità 2013 (legge 24 dicembre 2012 n. 228) per prorogare la Cassa integrazione e i benefici a sostegno del reimpiego dei lavoratori disoccupati (cd. “formazione on the job”). Ci aspettiamo che l’Esecutivo convochi quanto prima un tavolo di concertazione con le parti sociali, i lavoratori ex dipendenti della Golden Lady e, soprattutto, le proprietà delle due aziende di settore tessile/calzaturiero (Silda Invest e New Trade) impegnate, sinora senza risultati, nella riconversione dello stabilimento e nella ricollocazione del personale.

Il Movimento 5 Stelle vigilerà sulle prossime mosse del Governo tenuto a porre fine rapidamente alla disperazione dei lavoratori abruzzesi.